Le scarpe della Befana

In questo periodo abbiamo sentito nominare (e nominato) infinite volte Babbo Natale. E alla Befana chi ci pensa? Ci sarebbe di che offendersi, nei panni della vecchina che vola sulla scopa.

In effetti Babbo Natale e la Befana hanno entrambi lo stesso compito, quello di portare i doni ai bambini, ma il primo viene venerato e celebrato in ogni dove, la seconda viene considerata da molti una figura di secondo piano.

C’è forse un po’ di discriminazione anche in questo? Forse sì. Allora, visto che domani è l’Epifania, è il caso di leggere almeno un libro su questo personaggio femminile. Ve ne consiglio uno in particolare: “Le scarpe della Befana”, di Annamaria Soldera, illustrato da Yvonne Campedel, edizione Nomos Bambini.

Breve trama del libro

Il cane della Befana, Carboncino, ha il vizio di rosicchiare le scarpe della vecchietta e finisce per romperle. La Befana è quindi costretta ad andare a fare shopping, ma scopre che la città è tappezzata con il nome di Babbo Natale. Babbo Natale di qua, Babbo Natale di là… di lei, della Befana, non vi è traccia.

La vecchietta si indispettisce e comprende che lo shopping tradizionale non fa al caso suo, così decide di cercare le scarpe nel Paese delle Fiabe.

Qui incontrerà una serie di “vip” del mondo fiabesco che tenteranno con poco successo di aiutarla a trovare le scarpe adatte a lei.

Non sarà per niente facile scovarle, servirà l’aiuto di una persona speciale… vi lascio scoprire da soli di chi si tratta e la fine del racconto, per non rovinarvi la lettura.

Il mio commento

Questo libro, dopo tanti Babbi Natale in tutte le salse, porta di nuovo alla ribalta il personaggio della Befana e già solo per questo meriterebbe un posto negli scaffali.

Il modo in cui lo fa, poi, è davvero originale. “Le scarpe della Befana” è pieno di trovate, a partire dall’idea della Befana che va a fare shopping in centro, per arrivare all’avventura del Paese delle Fiabe. È un libro divertente e ironico, intelligente.

Questo testo, inoltre, è un vero e proprio omaggio alla letteratura per l’infanzia, alla fiabe che tutti noi conosciamo e che trovano qui nuova vita e uno sviluppo inaspettato.

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