Siamo tutti un po’ Pinocchio

La pubblicazione di Pinocchio e qualche curiosità

Illustrazione di Francesca Costawww.francescacosta.it

Chi non conosce Pinocchio, il burattino di legno che voleva diventare un ragazzo vero? È uno dei personaggi italiani più celebri, nato dalla sapiente penna di Carlo Collodi, a cui si sono ispirati un gran numero di autori, persino Tolstoj, che ne ha creato una versione russa “La piccola chiave d’oro” o “Le avventure di Burattino”.

Il romanzo “Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino” è stato pubblicato nel 1883, dopo essere uscito a puntate sul Giornale per i Bambini (pioniere dei periodici italiani per ragazzi), di cui lo stesso Collodi è poi diventato direttore. All’inizio la storia non aveva un lieto fine: l’autore avrebbe voluto concludere il racconto con il burattino che viene impiccato dagli assassini. D’altra parte le fiabe classiche, di cui lo stesso Collodi è stato uno dei traduttori, erano tutte a tinte forti, non certo edulcorate come le conosciamo ora. Le lamentele dei piccoli lettori, però, convinsero Collodi a proseguire la storia.

Pinocchio è stato tradotto in tutto il mondo (al momento si contano 240 traduzioni), ha molteplici riadattamenti, ha ispirato un celebre cartone animato della Disney, ha dato vita a serie tv, a serie animate, a film. Quest’anno uscirà nelle sale un’altra pellicola per la regia di Matteo Garrone, con Roberto Benigni nei panni di Geppetto. Hanno dedicato a questo personaggio persino un asteroide!

Paul Hazard diceva che i migliori libri per ragazzi sono quelli approdati sullo scaffale a loro riservati per “caduta dallo scaffale degli adulti”. Pinocchio, invece, ha seguito il percorso opposto: era destinato ai “piccoli lettori” del Giornale per i Bambini ed è in seguito salito fino allo scaffale degli adulti, diventando un grande classico per tutti, un libro fruibile da un duplice pubblico di adulti e bambini, che possono leggerlo in maniera diversa a seconda dell’età.

La storia credo la conosciate tutti, per aver letto il libro originale o uno dei numerosi riadattamenti. Comunque ecco qui sotto un breve riassunto.

Riassunto della storia di Pinocchio

Illustrazione originale pinocchio
Illustrazione della prima edizione del libro
C. Chiostri, A. Bongini

Mastro Ciliegia, un povero falegname, trova un pezzo di legno e dopo aver iniziato a lavorarlo si accorge che non è come tutti gli altri: parla! Mastro Ciliegia ne è spaventato e pensa bene di regalarlo a Mastro Geppetto, che vuole costruire un burattino per fare spettacoli e rimediare un po’ di soldi.

Quando Geppetto intaglia il pezzo di legno, si trova ben presto tra le mani un burattino parlante che, non appena ha le gambe, vede bene di scappare.

Da qui iniziano le monellerie di Pinocchio, che ha un buon cuore e ottime intenzioni, ma non ha molta voglia di impegnarsi, di studiare, è irrimediabilmente attratto da tutto ciò che è divertimento.

Quindi eccolo tuffarsi a uno spettacolo di burattini, invece di andare a scuola, vendendo l’abbecedario per un misero biglietto, quando Geppetto, per comprarlo, aveva barattato la sua giacca rimanendo in maniche di camicia nel freddo dell’inverno.

Eccolo andare in un’osteria con il Gatto e la Volpe e poi andare con loro a seminare le monete d’oro nel Campo dei Miracoli. Eccolo rubare grappoli d’uva nel campo di un contadino. Eccolo azzuffarsi con i compagni quando finalmente decide di andare a scuola. Eccolo partire con Lucignolo per andare al Paese dei Balocchi, proprio il giorno in cui avrebbe dovuto diventare un bambino vero.

Ma le sue marachelle, le deviazioni dalla retta via, non finiscono mai bene: viene rapito da Mangiafuoco, viene derubato dal Gatto e la Volpe, quasi ucciso dagli Assassini, arrestato più volte, messo a guardia di un pollaio dal contadino, finisce in mare, viene pescato e quasi fritto, diventa un asino nel Paese dei Balocchi, finisce in un circo e poi di nuovo in mare, mangiato dal pesce-cane.

Qui ritrova il babbo Geppetto. Il burattino capisce la lezione e diventa finalmente un bambino vero.

La fortuna di Pinocchio

Tanti pinocchi
Foto di Foto di karosieben da Pixabay

In tutto il percorso di Pinocchio, ci sono personaggi che, come le sirene di Ulisse, cercano di attirarlo verso le tentazioni (il Gatto e la Volpe, Lucignolo); poi ci sono dei personaggi che cercano, invece, di aiutarlo a migliorarsi, a crescere, a seguire la via giusta (La fata Turchina e Il Grillo Parlante che è talmente scomodo da venire addirittura ucciso dal burattino, nella versione originale).

Pinocchio, un po’ come tutti noi, è facilmente “corruttibile”, si illumina quando sente odore di divertimento, quando vede una scorciatoia che gli permetta di avere una bella vita, piena di agi e lusso, senza faticare troppo. Invece storce il naso quando qualcuno gli dice che per crescere e diventare un bambino vero deve darsi da fare, deve impegnarsi, deve studiare e lavorare.

Pinocchio ha dei momenti di consapevolezza, “Quante disgrazie mi sono accadute… E me le merito! perché io sono un burattino testardo e piccoso…, e voglio far sempre tutte le cose a modo mio, senza dar retta a quelli che mi voglion bene e che hanno mille volte più giudizio di me!… Ma da questa volta in là, faccio proponimento di cambiar vita e di diventare un ragazzo ammodo e ubbidiente… Tanto ormai ho bell’e visto che i ragazzi, a essere disubbidienti, ci scapitano sempre e non ne infilano mai una per il su’ verso”. Ma poi, nonostante i buoni propositi, si fa incantare dalle sirene, cede di nuovo alle tentazioni e la giostra ricomincia.

Deve davvero passarne di tutti i colori, prima di rassegnarsi e decidere definitivamente di mettersi d’impegno per diventare migliore. Solo allora raggiunge il suo traguardo, realizza il suo sogno, e diventa un bambino in carne e ossa.

In fondo Pinocchio siamo tutti noi, che in cuor nostro sappiamo benissimo che cosa dobbiamo fare per migliorarci, per raggiungere i nostri obiettivi, ma, poiché tutto ciò richiede impegno e fatica, preferiamo a volte voltarci dall’altra parte, far finta di niente, ignorare i buoni consigli, bighellonare e andare a farci un giro nel Paese dei Balocchi!

Credo che proprio questo abbia fatto la fortuna di Pinocchio, il fatto che, oltre a essere un libro davvero divertente e ben scritto, tanto da risultare moderno anche dopo oltre cento anni dalla sua pubblicazione, chiunque, bambino e adulto, possa ritrovare un po’ di sé in questo burattino monello.

La critica letteraria

Copertina originale
C. Chiostri, A. Bongini

Ovviamente non sono soltanto io a pensare ciò e a scriverlo, ci sono pagine e pagine di critica letteraria che sostengono e argomentano ben meglio di quanto potrei fare io questa tesi. Vi invito a fare qualche ricerca per scoprire tutto quel che si dice su Pinocchio, rimarrete sorpresi e forse affascinati: Pinocchio eroe e anti-eroe, Puer senex, novello Don Chisciotte; Geppetto, caricatura del demiurgo di ascendenza mitica e biblica.

C’è persino una teoria esoterica secondo cui Collodi sarebbe appartenuto alla massoneria e la storia di Pinocchio altro non sarebbe che una metafora del percorso di iniziazione massonica. Pare, però, che non vi siano prove concrete a riguardo.

Il mio intento, ora, non è di lanciarmi in una critica letteraria, ma solo di dare una semplice opinione e stimolare la vostra curiosità, per spingervi a scoprire un po’ di più su quello che è di certo uno dei più celebri capolavori della Letteratura Italiana.

Se volete leggere o ascoltare Le avventure di Pinocchio in versione originale (ve lo consiglio), cliccate sul link.

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